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EveR 6: il robot che ha diretto l’orchestra nazionale della Corea del Sud

“Dirige il Maestro…”, quante volte abbiamo sentito questa frase? Tra le più celebri è la formula seguita dal nome Beppe Vessicchio e chi è appassionato del Festival di Sanremo lo sa bene!

Ma se invece a dirigere l’orchestra ci fosse un robot?

È il caso di EveR 6, un robot umanoide che ha diretto l’orchestra nazionale della Corea del Sud il 30 giugno 2023 e il cui video della performance è andato virale sul web: posizionatosi sul podio di fronte ai musicisti solamente dopo aver salutato il pubblico con un inchino, ha preso in mano la bacchetta e ha cominciato a muovere le braccia per guidare gli strumentisti.

EveR6 è stato progettato dal Korea Institute of Industrial Technology e ha fatto il suo debutto insieme al direttore principale, Choi Soo-yeou, che si è detto sorpreso dai movimenti dettagliati del ‘collega’, che ha diretto ben tre dei cinque pezzi programmati, incluso uno condotto con Soo-yeoul

L’esperimento, oltre che visivamente suggestivo e tecnicamente strabiliante, ha dimostrato come una collaborazione tra umani e robot sia possibile, come ha commentato lo stesso direttore Choi Soo-yeou: “È stata ha concluso il direttore d’orchestra coreano, un’esibizione che ha dimostrato come i robot e gli esseri umani possono coesistere e completarsi a vicenda, piuttosto che sostituirsi l’un l’altro”.

Infatti EveR 6, per quanto tecnologicamente avanzatissimo, non possiede comunque alcune caratteristiche umani fondamentali per completare e arricchire l’esperienza artistica al di là della mera esecuzione: il robot, infatti, non è in grado di ascoltare e inoltre, come commentato da Lee Young-ju, un membro del pubblico di quella serata che studia musica tradizionale coreana, i suoi movimenti sebbene impeccabili nel mantenere il ritmo, mancavano di “respiro” – ovvero la capacità di mantenere l’orchestra pronta a impegnarsi collettivamente e istantaneamente – che secondo lui è essenziale nelle esecuzioni.

Attualmente il robot è in grado solo di seguire un programma predefinito, quindi ogni gesto è pianificato in anticipo e dunque ogni esecuzione sarà identica all’altra; per farlo i ricercatori del Kitech hanno programmato i movimenti del robot raccogliendo informazioni sulla traiettoria e sulla velocità dai direttori d’orchestra umani attraverso l’uso del “motion capture”, tecnologia che consiste nell’applicare sensori sul corpo del direttore umano per raccogliere dati utili.

Con ancora tutti i limiti del caso, l’esperimento coreano diventa così un altro tassello significativo nello sviluppo dell’intelligenza artificiale (IA), ricco di aspettative stimolanti ma non privo di limiti e anche di apprensioni che spesso si collegano alle novità tecnologiche.

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